Un’altra economia è possibile?!? – La zooantropologia nel sistema economico: connessioni tra empatia, relazioni, diversità ed economia.

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Questo articolo esce dal tracciato dei precedenti per approfondire un ambito di ricerca a me molto caro, vista la mia formazione economica, e che ricalca un mio articolo presentato al convegno dei sociologi dell’ambiente dell’Università Federico II di Napoli del 2013 (al cui Conference Book rimando per l’articolo completo), oltre che un tema di indagine della mia tesi di Laurea.

L’attuale sistema economico, di stampo neoclassico, è infatti basato sull’idea di un uomo che dispone liberamente e senza troppi problemi del mondo in cui vive, un uomo auto-riferito, al centro del mondo e che spesso considera le altre specie come strumenti, che compie delle scelte razionali basate sul principio di efficienza e di ottimizzazione.

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Che succederebbe se provassimo a cambiare prospettiva? E se tutto quello che ci circonda diventasse importante? Potrebbe questo avere dei risvolti anche sui nostri stili di vita e di consumo?

La zooantropologia sostiene l’importanza della relazione con l’animale in quanto soggetto-diverso, gli aspetti più importanti introdotti dalla zooantropologia sono schematizzando:

1) il principio di relazione ovvero l’ammissione, accanto alla semplice reattività-proiezione verso lo stimolo animale, di eventi dialogici e intersoggettivi tra l’uomo e il partner animale;

2) il principio di referenza, vale a dire il riconoscere, un altro genere di contributi che scaturiscono dal dialogo con l’animale o dal fare riferimento all’animale;

3) il principio di specificità, vale a dire l’ammissione che la relazione con l’animale occupa un posto specifico proprio in virtù della diversità dell’animale che pertanto dev’essere salvaguardata.

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L’altro da noi (nello specifico il cane) diventa importante, non solo, diventa anche spunto di un processo di cambiamento frutto proprio della relazione profonda che si instaura tra uomo e cane. La zooantropologia ci porta a riflettere su come l’uomo abbia nel tempo ricevuto dei prestiti dal rapporto con le altre specie e grazie a questi prestiti sia diventato quello che è ora, si parla di co-evoluzione.

Da quando ho avuto dei cani ognuno con il proprio mondo mi ha sempre in parte cambiato, in meglio. Non posso pretendere di fare le stesse cose con i miei cani perché ognuno come noi ha gusti e desideri differenti che vuole realizzare. L’essere in ascolto e condividere la mia vita con loro mi ha però portato con tutti a dare più importanza al tempo vissuto insieme, alle relazioni sociali, all’importanza del confronto, del tempo libero, del gioco, del divertimento, dell’altro, della condivisione, dei legami, dell’empatia, dell’essere un gruppo, del lavoro di squadra, di riuscire a fare cose concertandoci.

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Credo che la relazione con un animale, in senso zooantropologico, basata sul continuo rapporto di incontro-confronto, possa sviluppare un atteggiamento dell’uomo di ascolto e di osservazione dei comportamenti animali fino a creare nuove scelte di stili di vita e di consumo.

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Io in primis alla frenesia dei centri commerciali mi trovo sempre di più a preferire dei momenti nella natura, a dare importanza al tempo, al vivere più che all’apparire, a preferire la qualità alla quantità, e per questo non posso che ringraziare i miei cani! L’importanza delle relazioni mi ha portato anche a dare più importanza alla relazioni con le altre persone, con i miei famigliari, con gli amici. Tutto ciò apre anche il campo ad un ambito di ricerca a mio avviso molto interessante, d’altronde sono molti gli studi statistici che parlano di importanti modifiche degli stili di vita dei proprietari di cani (per esempio dati dello studio Eurispes 2016).

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Allora il “valore sociale” della presenza dell’animale, in senso zooantropologico, potrebbe essere un importante elemento di relazionalità per lo sviluppo di un’altra economia, di un sistema economico biocentrico che metta al centro la persona, l’ambiente, la biodiversità, il tempo, i ritmi della natura, ed il rispetto della diversità, che ci conduca a trascorrere del tempo insieme magari acquistando più beni relazionali (servizi condivisi) che oggetti da accumulare, che riaccenda in noi quel senso del prendersi cura così in linea con l’essere mammiferi! Un mio docente diceva che siamo abituati ad avere tante cose ma non a prendercene cura, credo che in questa frase ci sia una grande verità.

Riuscire a vivere in questo mondo conoscendo e rispettando il mondo degli altri (del nostro vicino, del cosiddetto “diverso”, del nostro cane…) ci permette di tendere verso un’altra economia??? Forse potrebbe essere un pensiero visionario, oppure … non potrebbe che essere un primo passo!

Bibliografia

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Baumann Z. (2006). Modernità Liquida. Bari.

Bonaiuti M. (2001). La teoria bioeconomica. Roma: Carocci.

Bonaiuti M. (2009). Bioeconomia. Milano: Bollati Boringhieri.

Marchesini R., Karin A. (2001). Animal Appeal uno studio sul teriomorfismo. Ed. Alberto Perdisa.

Marchesini R. (2008). Manifesto teorico della zooantropologia. SIUA.

Molesti R., a cura di (2003). Economia dell’ambiente e Bioeconomia. Milano: Franco Angeli.

Roegen N.G. (1982). Energia e miti economici. Torino: Bollati Boringhieri.

Zamagni S. (2013). La bioeconomia una questione vitale. Avvenire.

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